mercoledì 13 febbraio 2013

Ospedale fa rima con ... carnevale

Lunedì abbiamo portato Esteban in pediatria per una febbre che proprio non se ne voleva andare. Il reparto di pediatria più vicino è a Moncalieri e vorrei tra l'altro spendere due parole per dire che abbiamo trovato infermiere e dottori molto disponibili e gentili. Io e mio marito non siamo favorevoli alla medicina "convenzionale" e stiamo male tutte le volte che dobbiamo ricorrervi, quindi il complimento è meritatissimo.
Comunque, entriamo in pediatria e varchiamo la soglia della saletta d'attesa: troviamo tanti bimbi malaticci come il nostro e aspettiamo. Esteban è mogio mogio.
Ci chiama l'infermiera e andiamo in ufficio per le prime domande di rito. C'eravamo appena seduti e sentiamo un gran baccano provenire dalla sala vicina. L'infermiera ci informa che è Carnevale.
Io penso: "Beh, sì, lo sappiamo."
Proseguiamo con le domande, ma in quel momento, proprio la follia del Carnevale invade tutti gli spazi: due ragazze vestite con abiti colorati e un ragazzo con un parruccone riccio entrano vocianti e allegri. Hanno un carrello di quelli per la distribuzione dei farmaci, ma sopra ci sono giochi e palloncini.
A quel punto "l'intervista" dell'infermiera diventa surreale.
"Da quanto ha la febbre?" e fra di noi si frappone un palloncino rosso.
"Cosa avete somministrato al bimbo?" e appare una confezione di macchinine. (Esteban ne ha 100, solo in borsa ne avevo 3 in quel momento, ma la macchinina è un richiamo ancestrale).
"Mangia e beve?" e arriva una molla colorata che rimbalza davanti a un Esteban rianimato (o quasi).
"Ha fatto pipì?" e si materializzano delle bolle di sapone.
Usciamo dall'ufficio carichi di regali e la sala è diventata una festa di colori: palloncini ovunque, tutti i bimbi ridono, i genitori pure. Le infermiere schivano danzando gente in maschera.
Mentre siamo seduti ad aspettare che visitino Esteban, ci vengono recapitati altri due pallontini.
Devo dire che andare in ospedale non è mai una bella esperienza e non mi è mai accaduto di ritrovarmi a ridere in un clima di gioia e leggerezza.
Basta così poco per trasformare i luoghi ... 


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