domenica 17 marzo 2013

Il potere della verità

Non ho mai nascosto le mie perplessità sulla Chiesa come istituzione e oggi le mie perplessità non possono dirsi dissipate.
Abbiamo un nuovo Papa e anche chi non crede nella Chiesa, anche chi non crede nel cattolicesimo, anche chi non crede, da oggi fa i conti con questo nuovo fatto.
Ho seguito alcuni approfondimenti sul conclave e quando ho sentito che l'eletto veniva dal Sud America, per un attimo ho esultato. Forse l'elezione di un Papa che viene da un paese non tra i più potenti e che si presenta con modi umili poteva essere l'inizio di una svolta, finalmente.
Il sogno si è infranto velocemente: via internet sono iniziate subito ad arrivare informazioni sul passato poco chiaro del nuovo eletto, in particolare, i suoi trascorsi nel periodo della dittatura in Argentina. Due preti, gesuiti come lui, arrestati e torturati a causa di un suo non intervento e poi l'aver negato di conoscere la pratica dell'adozione di neonati figli delle donne che venivano stuprate e torturate nelle palestre della morte.
Le prime informazioni sono arrivate da fonti che non conosco bene, nel frattempo tranquillizzanti dichiarazioni provenivano dal Vaticano. Poi le voci si sono moltiplicate e le fonti sono diventate più auterovoli. Il Vaticano continua a difendere (ovviamente) l'operato del nuovo Papa.
Anche se non spetta certo a me assolvere o condannare, un dubbio rimane insieme a una laica speranza: che alla fine la verità vinca su tutto.
Troppo è stato ed è taciuto, ormai nessuno può più negarlo. Quando penso alla verità, mi viene sempre in mente il titolo di un libro che ho letto molto tempo fa: "Verità senza vendetta" di Marcello Flores (Manifestolibri).
Il libro è un'antologia di testimonianze impressionanti sull'esperienza della Commissione sudafricana sui crimini dell'Apartheid. Per quel che ne so, è stata un'esperienza unica nel suo genere: si è data la precedenza all'emersione della verità piuttosto che alla punizione o alla vendetta. Le vittime e i loro familiari avevano bisogno che fosse detta la verità, tutta la verità, per lasciare andare le atroci esperienze di cui erano stati protagonisti. La verità ha avuto una funzione terapeutica. Del resto, è ciò che tutte le vittime chiedono sempre.
Allora la preghiera laica che invio all'istituzione religiosa dalla quale in Italia non si può prescindere è: sia detta la verità e da lì, con umiltà, si ricominci.



venerdì 8 marzo 2013

Un abbraccio alla fine del giorno

Alla fine di questa giornata nella quale molte parole sono state spese sulle donne, vorrei spenderne ancora qualcuna e dedicare un abbraccio.
Un abbraccio alle donne stanche.
Un abbraccio alle donne coraggiose.
Un abbraccio alle sorelle e alle madri.
Un abbraccio alle donne che odiano le donne.
Un abbraccio alle donne che aiutano le donne.
Un abbraccio alle donne violate.
Un abbraccio alle donne mutilate.
Un abbraccio alle donne che riposano in cimiteri dimenticati.
Un abbraccio alle bimbe di oggi che saranno donne domani.
Un abbraccio agli uomini che si sentono donne.
Un abbraccio agli uomini che sorreggono le loro donne.
Un abbraccio a chi vorrebbe essere madre, ma non può.
Un abbraccio a chi affronta la devastante esperienza dell'aborto.
Un abbraccio alle donne silenziose e a quelle che urlano.
Un abbraccio che arriva a fine giornata, nella speranza che domani il mondo già non abbia dimenticato le donne.

martedì 5 marzo 2013

Ragni & Co.

Anche se in qualche giornata non si direbbe, la primavera è alle porte. Io ho cominciato ad annusarla già a febbraio, prima che una coltre di neve la sommergesse.
In questi giorni, invece, anche gli insetti (e non) che hanno deciso di svernare in casa mia hanno decretato il tramonto della stagione invernale.
Davanti alle finestre, uno svolazzare di coccinelle. Qualche formichina sperduta sul pavimento cerca la via di casa. E, naturlamente, se ne escono per uscire a caccia anche gli animali che io più temo: i ragni.
Negli anni sono molto migliorata, ma devo ammettere che ancora non so come comportarmi con gli esemplari più grandi. Lasciarli dove sono non posso: passerei il tempo a fissarli inorridita. Ucciderli non se ne parla: sono degni comunque di compassione ... e mi fanno schifo anche da morti. Rimane una sola soluzione: accompagnarli fuori. Una tragedia! Non riesco ad avvicinarmi, quindi devo usare attrezzi con lunghi manici e cercare di direzionarli verso la porta o la finestra più vicina. L'altro giorno c'ho messo mezz'ora a portarne uno fuori.
Quest'anno, però, i ragni mi hanno portato un regalo. Un mio racconto, che ha come protagonisti proprio i miei "amici" ad otto zampe, è stato selezionato per un'antologia che uscirà quest'anno.
Scrivere questo racconto aveva già un po' modificato la mia maniera di guardarli, oggi li devo ringraziare.