mercoledì 30 aprile 2014

Data di scadenza

Hanno fissato una data e un'ora precisa. Il luogo lo sai da quando ti hanno condannato. Adesso la tua vita ha una scadenza, come la carne in scatola.
Sei clamorosamente colpevole o sei velatamente innocente? Non ha importanza se a distanza di anni scopriranno che è stato un errore oppure se ti verranno imputati dei nuovi capi di accusa, di cui non si era a conoscenza, ora hai una data di scadenza.
Ti sei pentito o no? Hai chiesto scusa o perdono a chi hai causato sofferenza? Avresti desiderato riscattare quel che rimaneva della tua vita, conducendola in maniera diversa,  rifaresti quel che hai fatto se potessi oppure il pentimento è tale che questa condanna arriva come una liberazione? Non importa, perché adesso hai una data di scadenza.
Che sentimenti affollano il tuo cuore, comprimendolo prima ancora che lo faccia l'iniezione letale che ti spareranno nelle vene? Hai paura? Sei angosciato o hai anestetizzato la tua anima? Hai confidato a qualcuno (un parente, un amico, un prete) quel che provi o morirà tutto con te? Perché quel che si prova a essere giustiziati lo sa solo il condannato. Sei riuscito a cenare ieri sera o hai digiunato con lo stomaco contratto per il panico? Non ha importanza, perché hai una data di scadenza.
Arriva una notizia. Quello che doveva essere giustiziato prima di te, Clayton, è morto male, se così si può dire. Qualcosa è andato storto. Hanno rinviato la tua esecuzione. Ora, non hai più una data di scadenza.
Come ti senti?
Non ha importanza.

Abbiata cura di voi e della vostra compassione.


giovedì 17 aprile 2014

Giudizio & Pregiudizio

Ci sono molti motivi per cui dovremmo smettere di giudicarci e, quindi, di giudicare il prossimo.
Quasi mai il giudizio si rivela fondato. Spesso pesa come una pietra sulla nostra o altrui testa, ma, anche quando coglie una piccola parte di noi, tralascia grandemente il resto.
E' un forte inibitore della crescita personale e crea dei veri e propri danni nei più giovani.
Quando lo esprimiamo apertamente nei confronti di qualcuno, è come se ci volessimo elevare sopra le parti costringendo l'altro a meritare il nostro favore. E questo vale anche per il giudizio positivo.
Quando stiamo giudicando, abbiamo smesso da un pezzo di ASCOLTARE.

Se il giudizio è così inefficace e dannoso, il pregiudizio che, lo dice la parola stessa, viene prima del giudizio, è il terreno in cui crescono ignoranza e restrizione mentale.
Quando lo esercitiamo, crediamo di sapere quello che qualcuno dirà ancora prima che apra bocca (e ci perdiamo le meravigliose parole che avremmo potuto ascoltare).
Crediamo di sapere il colore degli abiti dell'altro ancora prima che questi si sia tolto il cappotto e sappiamo già cosa pensarne.
Crediamo di sapere tutto su altre culture, su altri paesi, e non ci siamo mai mossi da casa neanche con la fantasia (che peraltro soccombe in presenza del pregiudizio).
Crediamo di aver esplorato la mente di molti altri e di conoscerla a menadito, quando a malapena siamo consapevoli dei nostri pensieri.
Ora dimenticate quello che ho scritto ed esercitiamo l'astinenza del giudizio e dal pregiudizio, anche e sopratutto nei confronti di chi giudica.

Abbiate cura di voi e ... non giudicatevi né prima né dopo!

giovedì 3 aprile 2014

La giusta prospettiva

Ieri leggevo il post che  un caro amico ha pubblicato in occasione del suo compleanno: "Compiuti 60 anni. Non era garantito".
Il commento era chiaramente in chiave ironica e mi ha fatto riflettere.
Non è garantita la durata della nostra permanenza su questa terra (o su questa Dimensione).
Molti, a questo punto, avranno lasciato la lettura annusando aria di depressione, per dire poco.
Per quelli che rimangono, invece, dirò ancora due cose.
L'idea di non sapere con certezza per quanto tempo vivrò non crea in me pensieri tristi, almeno in questo momento. Piuttosto, mi affascina la prospettiva che l'imprevedibilità della morte getta sulla nostra vita.
Come spenderesti il tuo tempo oggi, considerando che non sai per quanto tempo starai qui?
Come svolgeresti i compiti che comunque sei chiamato a svolgere?
Quali relazioni umane (e non) continueresti a intrattenere?
Come parlesti a tuo figlio, alla tua compagna o al tuo compagno?
Che sentimenti sceglieresti di voler provare? Che pensieri coltiveresti?
Cosa vorresti dire che non hai mai detto? E a chi?
Cosa vorresti fare che non hai mai fatto?
Viviamo avendo fretta, ma senza considerare il tempo e le occasioni sprecati.
"La Vita è ciò che ti succede mentre fai altri progetti".
A testimonianza, una volta di più, che Vita e Morte non sono due opposti, la prospettiva della Morte ci può regalare la giusta angolatura da cui osservare la nostra Vita. 

Abbiate cura di voi ... e del tempo che rimane!